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Il 5° Dalai Lama (Lobsang Gyatso, 1617-1682 Il “Grande Quinto”), aveva scritto un libro, nel quale era descritto il sistema simbolico che aveva origine nell’altra realtà. Manoscritto tenuto nascosto fino a qualche anno fa (tradotto poi in Inglese), all’interno del libro, su 120 tavole, si spiegano i 14 simboli che hanno lo scopo di aiutare la specie a contattare la Supercoscienza e ad imparare a vivere come anime, contribuendo allo sviluppo spirituale del pianeta.
1^ tappa: Il Desiderio
È il simbolo maggiormente utilizzato, e serve ad attrarre situazioni a volte positive a volte negative (dobbiamo ricordarci però, che ogni valutazione di positivo\negativo, può subire delle modifiche a volte di ore o giorni, a volte di mesi a seconda dello sviluppo degli eventi, inoltre sono valutazioni molto individuali… ciò che è positivo per alcuni, potrebbe essere nocivo ad altri).
Il cuore puro é lo specchio migliore per il riflesso della Veritá. Tutte le discipline spirituali servono a purificare il cuore e, non appena questo é puro, la Veritá lo pervade come un "flash" in un minuto. Tutta la Veritá dell' universo si manifesterá nei vostri cuori se sarete sufficientemente puri. Piú ardue saranno le circostanze e piú tentatore sará l'ambiente , piú forte sará l'uomo che ne emergerá.
Shrî Sathia Sai Baba
Desiderio è uno stato di affezione dell'io, consistente in un impulso volitivo diretto a un oggetto esterno, di cui si desidera la contemplazione oppure, più facilmente, il possesso. La condizione propria al desiderio comporta per l'io sensazioni che possono essere dolorose o piacevoli, a seconda della soddisfazione o meno del desiderio stesso. Dolore morale per la mancanza della persona amata o dell'oggetto o condizione di cui si ha assolutamente bisogno. Ma anche la gradevole e coinvolgente sensazione di poter presto rivivere un momento o situazione in qualche modo piacevole, che la mente riesce a rievocare in modi più o meno evanescenti e/o realistici rispetto alle percezioni dell'esperienza effettivamente vissuta.
I filosofi, sin dalle origini della filosofia, si sono domandati quale spazio dare ai desideri. Le risposte sono molto variegate. Dentro il Fedone, Platone espone l'idea di una via ascetica, o di come l'uomo debba lottare contra i desideri turbolenti del proprio corpo; i cirenaici, al contrario, fanno della soddisfazione di tutti i desideri il bene supremo. Tutte queste riflessioni conducono a stabilire numerosi distinguo, come per esempio fa Epicuro.
La classificazione dei desideri
La morale epicurea è una morale che mette al centro i concetti di piacere come bene, e del dolore come il male. Per aspettarsi il benessere (l'atarassia), l'epicureo deve applicare le regole del "quadruplo rimedio":
• gli dei non devono essere temuti;
• la morte non deve essere temuta dato che quando ci siamo noi, lei non c'è; quando lei c'è, non ci siamo noi;
• il dolore viene facilmente soppresso, oppure si muore;
• il benessere è facile da ottenere.
Questo in vista dell'ultimo che particolarmente ci fa pensare al desiderio. Epicuro classifica così i desideri:
Desideri naturali |
Desideri vani |
||||
Necessari |
Semplicemente naturali |
artificiali |
irrealizzabili |
||
Per il benessere |
per la tranquillità del corpo |
per la vita |
Variazione dei piaceri, ricerca del Gradevole |
ex: ricchezza, gloria |
ex: desiderio dell'immortalità |
Questa classificazione non può essere separabile da un'di vivere, dove i desideri sono l'oggetto di un preciso calcolo in vista della ricerca dellafelicità.
Desiderio corporale
Nella forma più prettamente fisica, corrisponde all'eccitazione sessuale oppure alla fame o alla sete, di intensità più o meno marcata e più o meno duratura, che può anticipare oppure no la soddisfazione.
Di tutte le forme di desiderio, sono comunemente considerate più elevate quelle che aspirano a vette di bellezza, che rientra nei piaceri naturali, "ricerca del gradevole".Il desiderio può essere definito anche come una tensione verso un obiettivo. In questo senso il desiderio ci può muovere su un percorso che ci conduce a trasformarlo in realtà ovvero il desiderio può rappresentare la molla che ci spinge a ricercare un sistema che ci conduca a passare dalla situazione attuale (SA) in cui ci troviamo a quella desiderata (SD). Tale percorso passa attraverso la comprensione del perché desideriamo alcune cose poiché si afferma che “se conosco il perché, l’obiettivo è già parte di me”. In realtà tutti i desideri che proviamo sono già parte di una nostra naturale propensione verso la vita e quindi realizzare un desiderio ci porta a “ritrovare” ciò che è già insito nel nostro essere. Desiderare davvero qualcosa significa conoscere il perché di quel desiderio. Il desiderio è strettamente correlato all’azione da compiere e all’obiettivo da raggiungere, infatti è impensabile che esista un’azione quando manca un obiettivo ed è impensabile che esista un obiettivo quando manca un desiderio.
Desideri filosofici e sociologici
Secondo molti filosofi (p.es Platone, Kant) la giustizia è la forma più alta di bellezza, e dunque il desiderio o sete di giustizia è quello più elevato. Per altri come Marx oppure Hegel il desiderio più elevato è quello dell'uguaglianza. Per Friedrich Nietzsche la massima aspirazione o desiderio dell'essere umano deve essere quella di diventare una persona che incarni il concetto del superuomo.
Desiderio = dolore : Schopenhauer
Solo liberandosi radicalmente di ogni desiderio, solo estirpando da sé la volontà l’uomo potrebbe superare l’infelicità che fa parte della sua natura.
"Ogni volere scaturisce da bisogno, ossia da mancanza, ossia da sofferenza. A questa dà fine l’appagamento; tuttavia per un desiderio, che venga appagato, ne rimangono almeno dieci insoddisfatti; inoltre, la brama dura a lungo, le esigenze vanno all’infinito, l’appagamento è breve e misurato con mano avara. Anzi, la stessa soddisfazione finale è solo apparente: il desiderio appagato dà tosto luogo a un desiderio nuovo: quello è un errore riconosciuto, questo un errore non conosciuto ancora. Nessun oggetto del volere, una volta conseguito, può dare appagamento durevole, che più non muti: bensì rassomiglia soltanto all’elemosina, la quale gettata al mendico prolunga oggi la sua vita per continuare domani il suo tormento. Quindi finché la nostra coscienza è riempita dalla nostra volontà; finché siamo abbandonati alla spinta dei desideri, col suo perenne sperare e temere; finché siamo soggetti del volere, non ci è concessa durevole felicità né riposo. Che noi andiamo in caccia o in fuga; che temiamo sventura o ci affatichiamo per la gioia, è in sostanza tutt'uno; la preoccupazione della volontà ognora esigente, sotto qualsivoglia aspetto, empie e agita perennemente la coscienza; e senza pace nessun benessere è mai possibile."
Il mondo come volontà e rappresentazione, Roma-Bari, Laterza, 1979, vol. II, p. 270
Desiderio spirituale di trascendenza
La base delle religioni è che ci sia il desiderio di trascendenza, di un ordine superiore, di un Dio oppure dei, come essere supremo spirituale, non visibile, che prevale e regola il mondo materiale, immanente.
Nel Cristianesimo, Ebraismo, Islam l'umano desiderio di immortalità viene appagato con la fede nella risurrezione. L'inferno invece viene a placare il desiderio di una giustizia trascendente.
Nell'Induismo la dottrina delle successive reincarnazioni porta ad una contemporaneità di vite, inferni e paradisi successivi fino al paradiso supremo, dove si raggiunge la completa assenza di ogni desiderio e necessità, il Nirvana.
Secondo lo psicoanalista francese Lacan, il Desiderio può essere definito una volizione dell'Inconscio, è il soggetto dell'Inconscio che si manifesta attraverso il Desiderio. In questo caso l'uomo vive si una trascendenza ma del tutto immanente
Bibliografia
• Il Simposio, di Platone
• Fedone, di Platone
• De l'amata, di Aristotele
• Lettera sulla Felicità, di Epicuro
• Etica, Spinoza
• Genealogia della morale, di Friedrich Nietzsche
• Crepuscolo degli idoli, di Friedrich Nietzsche
• (FR) Luc Vendramin: Désir et besoin
• La donna e il burattino, (1898, romanzo di Pierre Louys).
Bibliografia Saggi
• Alfonso Amendola – Emilio D’Agostino- Serena Santonicola (a cura di), Il desiderio preso per la coda. Rappresentazioni, applicazioni, teorie, Plectica, 2008
• Fulvio Carmagnola, Il desiderio non è una cosa semplice. Figure di àgalma, Mimesis, 2008
• Camille Dumoulié, Il desiderio. Storia e analisi di un concetto, Einaudi, 2002
• Fredric Jameson, Il desiderio chiamato utopia, Feltrinelli, 2007
• Sergio Marzocchi, Disciplina del desiderio. Soldarietà e trasgressione, Boopen, 2007
• Bruno Moroncini – Rosabba Petrillo, L'etica del desiderio. Un commentario del seminario sull'etica di Jacques Lacan, Cronopio, 2007
• Gianni-Emilio Simonetti, La sostanza del desiderio. Cibo, piaceri e cerimonie, DeriveApprodi, 2005
• Ugo Volli, Figure del desiderio, Cortina Editore, 2002
• Emmanuel Levinàs, "Dell'evasione", Cronopio, 2008
• Cristalli reiki e supercoscienza, Francesca Drago, Xenia 1995.
Filmografia
• Un tram chiamato desiderio, A Streetcar Named Desire (1951, di Elia Kazan), con Vivien Leigh.
• Quell'oscuro oggetto del desiderio, (1977 di Luis Buñuel), con Carole Bouquet, André Weber, Julien Bertheau, Milena Vukotic, Angela Molina, Fernando Rey.
(Fonte Wikipedia)
R. Cosa potremmo fare per trascendere i desideri???
R. Come possiamo calmare la mente???
R. Esiste un modo pratico e semplice per svuotarsi da inutili ricerche esterne della felicità?
Risponde Cristian Sinisi: Meditare è senza dubbio un ottimo metodo per trascendere i desideri... per svuotare la mente e rilassare il corpo, un buon metodo che vi propongo è la recitazione di un mantra, provate il Gayatri Mantra ascoltalo qui> > >